Fascism soon manifests the intent, encouraged by the investigations linked to the Roman demolitions and excavations of Pompeii, Herculaneum and Ostia, to establish a continuity between the archaeological memories and the Third Rome. The synergy between archeology and regime supports the Party self-representation in view of the two thousandth anniversary of the birth of Augustus (1937), celebrating his identification with the Duce with an exhibition and stimulating the propaganda cinema. The Director Gallone first shoots Gli ultimi giorni di Pompei, where Pietro Aschieri organizes sets and costumes after the results of the excavations, and then Scipione L’Africano, whom the Ethiopian countryside is celebrated with. When, in 1940, Luigi Moretti was called to set up the Roman home of the hierarch Ettore Muti in the ancient Porta Appia, today San Sebastiano, he imagined a scenic setting between modernity, war trophies and ancient finds: an ideal residenza all’antica in which the architect-director sets the daily events of the alleged dolphin of Mussolini. Curiously, a first version of Muti’s residence is staged inside Porta San Paolo. This explains the contradictions visible in the few remaining graphic and photographic documents, here ordered and used to conjecture reconstructions. The reasons for this movement, beyond the simple size benefits, can be found precisely in the archaeological, media and propaganda context of those years. Moretti elaborates an association between Muti, architect of the African conquests, and Publio Cornelio Scipione, called the African, victorious in Zama, whose tomb is located near Porta San Sebastiano. In searching for the genius loci, Moretti finds a further mediator in the Emperor Charles V, who after defeating the Turks in Tunis, the ancient Carthage, had triumphantly entered Rome in 1536 right through the ancient gate, with methods and paths resembled during Hitler’s visit in 1938.

Il Fascismo manifesta presto la volontà, incoraggiata dalle indagini legate agli sventramenti romani e agli scavi di Pompei, Ercolano ed Ostia, di stabilire una continuità tra le memorie archeologiche e la Terza Roma. La sinergia tra archeologia e regime sostiene le volontà auto rappresentative del Fascismo in vista del bimillenario della nascita di Augusto (1937), celebrandone con una mostra l’identificazione con il Duce e stimolando il cinema di propaganda. Il regista Gallone gira prima Gli ultimi giorni di Pompei, dove Pietro Aschieri allestisce scenografie e costumi attingendo dai risultati degli scavi, e poi Scipione L’Africano, con cui si celebra la campagna etiopica. Quando, nel 1940, Luigi Moretti è chiamato ad allestire l’abitazione romana del gerarca Ettore Muti nell’antica Porta Appia, oggi San Sebastiano, immagina un allestimento scenografico in bilico tra modernità, trofei di guerra e reperti antichi: una ideale residenza all’antica in cui l’architetto-regista ambienta le gesta quotidiane del presunto delfino di Mussolini. Curiosamente, una prima versione della residenza di Muti va in scena dentro Porta San Paolo. Questo spiega le contraddizioni presenti nei pochi documenti grafici e fotografici rimasti, qui riordinati e utilizzati dagli autori per produrne delle ricostruzioni. Le ragioni di questo spostamento, al di là dei semplici benefici dimensionali, si possono cercare proprio nel contesto archeologico, mediatico e propagandistico di quegli anni. Moretti elabora una associazione tra Muti, artefice delle conquiste africane, e Publio Cornelio Scipione l’Africano, vittorioso a Zama, il cui sepolcro si trova in prossimità di Porta San Sebastiano. Nella ricerca del genius loci, Moretti trova un ulteriore mediatore nell’imperatore Carlo V, che dopo aver sconfitto i Turchi a Tunisi, l’antica Cartagine, era entrato trionfante a Roma nel 1536 proprio attraverso l’antica porta, con modalità e percorsi ripresi durante la visita di Hitler del 1938.

Le residenze romane di Luigi Moretti per Ettore Muti, "L'Africano" / Colonnese, Fabio; Giunta, Marco. - (2023), pp. 333-342. (Intervento presentato al convegno Forme dell'abitare a Roma. Echi dell'antico nell'architettura del primo Novecento tenutosi a Roma, Facoltà di Architettura Valle Giulia).

Le residenze romane di Luigi Moretti per Ettore Muti, "L'Africano"

Fabio Colonnese
;
2023

Abstract

Fascism soon manifests the intent, encouraged by the investigations linked to the Roman demolitions and excavations of Pompeii, Herculaneum and Ostia, to establish a continuity between the archaeological memories and the Third Rome. The synergy between archeology and regime supports the Party self-representation in view of the two thousandth anniversary of the birth of Augustus (1937), celebrating his identification with the Duce with an exhibition and stimulating the propaganda cinema. The Director Gallone first shoots Gli ultimi giorni di Pompei, where Pietro Aschieri organizes sets and costumes after the results of the excavations, and then Scipione L’Africano, whom the Ethiopian countryside is celebrated with. When, in 1940, Luigi Moretti was called to set up the Roman home of the hierarch Ettore Muti in the ancient Porta Appia, today San Sebastiano, he imagined a scenic setting between modernity, war trophies and ancient finds: an ideal residenza all’antica in which the architect-director sets the daily events of the alleged dolphin of Mussolini. Curiously, a first version of Muti’s residence is staged inside Porta San Paolo. This explains the contradictions visible in the few remaining graphic and photographic documents, here ordered and used to conjecture reconstructions. The reasons for this movement, beyond the simple size benefits, can be found precisely in the archaeological, media and propaganda context of those years. Moretti elaborates an association between Muti, architect of the African conquests, and Publio Cornelio Scipione, called the African, victorious in Zama, whose tomb is located near Porta San Sebastiano. In searching for the genius loci, Moretti finds a further mediator in the Emperor Charles V, who after defeating the Turks in Tunis, the ancient Carthage, had triumphantly entered Rome in 1536 right through the ancient gate, with methods and paths resembled during Hitler’s visit in 1938.
2023
Forme dell'abitare a Roma. Echi dell'antico nell'architettura del primo Novecento
Il Fascismo manifesta presto la volontà, incoraggiata dalle indagini legate agli sventramenti romani e agli scavi di Pompei, Ercolano ed Ostia, di stabilire una continuità tra le memorie archeologiche e la Terza Roma. La sinergia tra archeologia e regime sostiene le volontà auto rappresentative del Fascismo in vista del bimillenario della nascita di Augusto (1937), celebrandone con una mostra l’identificazione con il Duce e stimolando il cinema di propaganda. Il regista Gallone gira prima Gli ultimi giorni di Pompei, dove Pietro Aschieri allestisce scenografie e costumi attingendo dai risultati degli scavi, e poi Scipione L’Africano, con cui si celebra la campagna etiopica. Quando, nel 1940, Luigi Moretti è chiamato ad allestire l’abitazione romana del gerarca Ettore Muti nell’antica Porta Appia, oggi San Sebastiano, immagina un allestimento scenografico in bilico tra modernità, trofei di guerra e reperti antichi: una ideale residenza all’antica in cui l’architetto-regista ambienta le gesta quotidiane del presunto delfino di Mussolini. Curiosamente, una prima versione della residenza di Muti va in scena dentro Porta San Paolo. Questo spiega le contraddizioni presenti nei pochi documenti grafici e fotografici rimasti, qui riordinati e utilizzati dagli autori per produrne delle ricostruzioni. Le ragioni di questo spostamento, al di là dei semplici benefici dimensionali, si possono cercare proprio nel contesto archeologico, mediatico e propagandistico di quegli anni. Moretti elabora una associazione tra Muti, artefice delle conquiste africane, e Publio Cornelio Scipione l’Africano, vittorioso a Zama, il cui sepolcro si trova in prossimità di Porta San Sebastiano. Nella ricerca del genius loci, Moretti trova un ulteriore mediatore nell’imperatore Carlo V, che dopo aver sconfitto i Turchi a Tunisi, l’antica Cartagine, era entrato trionfante a Roma nel 1536 proprio attraverso l’antica porta, con modalità e percorsi ripresi durante la visita di Hitler del 1938.
Luigi Moretti; Ettore Muti; Porta San Sebastiano; Porta San Paolo; Architettura d'interni
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Le residenze romane di Luigi Moretti per Ettore Muti, "L'Africano" / Colonnese, Fabio; Giunta, Marco. - (2023), pp. 333-342. (Intervento presentato al convegno Forme dell'abitare a Roma. Echi dell'antico nell'architettura del primo Novecento tenutosi a Roma, Facoltà di Architettura Valle Giulia).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1680254
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